Einstein by Abraham Pais

Einstein by Abraham Pais

autore:Abraham Pais
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2015-07-19T00:00:00+00:00


16e. Gli scritti della maturità

1. Einstein uomo di cultura. Tutti gli scritti pubblicati prima della conclusione del lavoro in cui veniva formulata la relatività generale sono o direttamente memorie di ricerca o rassegne di carattere tecnico, con eccezioni poco rilevanti: una nota in onore di Planck scritta nel 1913 [E53] e le recensioni degli opuscoli sulla relatività di Brill e Lorentz [E53a]. A partire da quel momento, però, il carattere degli scritti cambia, anche se dapprima molto lentamente. Fra il 1916 e il 1920 troviamo i primi necrologi – di Mach, Schwarzschild, Smoluchowski, Leo Arons – e ancora alcune recensioni: delle conferenze di Parigi di Lorentz [E54], delle conferenze di Helmholtz su Goethe [E55], del libro di Weyl sulla relatività [E56]. Dopo il 1920 si verifica un cambiamento molto più evidente, allorché Einstein comincia a scrivere su argomenti quali gli affari pubblici, i problemi politici, l’istruzione. I più importanti di questi contributi sono stati ristampati in diverse raccolte di saggi, e non ne discuterò qui.

Dopo il 1920 Einstein scrisse abbastanza di frequente su personaggi del mondo della scienza. E, naturalmente, era fra le persone più indicate per commemorare uomini come Keplero [E57], Newton [E57a] e Maxwell [E58]. In questi saggi sottolineava le grandi questioni di principio; in altre occasioni, come negli scritti su Kelvin [E59] e Warburg [E60], amava invece soffermarsi su argomenti tecnici, di natura sia teorica che sperimentale. Parlò sulla tomba di Lorentz e lo commemorò anche in altre occasioni [E61]. Scrisse in onore di Ehrenfest, Marie Curie, Nernst, Langevin e Planck [E62]; e ancora di Julius [E63], Edison [E64], Michelson [E65] e della Noether [E66]. Scrisse elogi di Arago [E67], di Newcomb [E68] e dell’amico Arnold Berliner [E69]. Come ho già accennato, questi ritratti rivelano una non comune penetrazione psicologica, e in definitiva contribuiscono a darci un ritratto composito dello stesso Einstein. Inoltre indicano chiaramente che il suo interesse per la fisica si estendeva ben al di là del suo specifico campo di ricerca.

Per tutta la vita Einstein nutrì interesse per la filosofia. Ai tempi del liceo aveva letto Kant; a Berna aveva studiato con gli amici l’Etica di Spinoza, il Trattato sulla natura umana di Hume, il Sistema di logica di Mill, la Critica dell’esperienza pura di Avenarius, e altre opere filosofiche. Come ho già osservato (1), definire Einstein un filosofo non è più illuminante che definirlo un musicista. Una volta disse: “Non è come se tutta la filosofia fosse scritta nel miele? Sembra una meraviglia quando la si contempla, ma quando la si torna a guardare è tutta svanita; rimane solo il miele” [R2],

Anche se l’interesse di Einstein per la filosofia e il suo influsso su di essa furono forti, nessuno dei suoi articoli potrebbe essere definito filosofia) in senso tecnico. Tuttavia, dopo il 1920 scrisse occasionalmente recensioni o introduzioni ad opere di carattere filosofia). Le sue recensioni dei libri di epistemologia di Weinberg [E70] e Winternitz [E71] mostrano la dimestichezza che aveva con Kant. Altrettanto si può dire per la trascrizione delle discussioni che ebbe con i filosofi francesi nel 1922.



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